Focus Uomo

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La missione di noi cittadini, oggi, in questa società confusa e disillusa.

MISSIONE: nell’attuale contesto sociale, facendo riferimento ai fatti accaduti e alle conseguenze di essi, avere una missione significa avere uno scopo, un obiettivo per il quale spendersi senza remore, sia esso rivolto a noi stessi o ad altri.

Negli ultimi tre anni abbiamo vissuto momenti cupi e difficili, sia come singoli, che come comunità, fatti che indubbiamente ci hanno messo a dura prova e forse anche un po' scoraggiato.

Questo ci ha anche permesso di scoprire una semplice quanto grave verità:

“nulla va mai dato per scontato”!

Il confinamento, la chiusura delle scuole, l'emergenza sanitaria, la guerra, ci hanno ricordato che la fortuna e il benessere di cui godiamo, non sono perpetui e immutabili, al contrario, vanno protetti e celebrati.

Pertanto è importante che non permettiamo a noi stessi di adagiarci su diritti e progressi, per cui altri prima di noi si sono battuti, dandoli oggi per scontati.

Altrettanto importante è non aspettarsi che siano ancora altri a sporcarsi le mani per preservarli e conquistarne di nuovi al posto nostro.

Se ciò che abbiamo intorno non ci piace, cambiamolo!

Impegniamoci per fare la differenza, rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci a disposizione per dare inizio al cambiamento, ricordandoci che sono le gocce a fare il mare!

Come far fronte alla nuova emergenza sociale ed economica?

Tutti abbiamo potuto constatare che ogni giorno la moneta perde sempre più valore, che molta gente è senza  lavoro, che il costo della vita aumenta e le famiglie fanno sempre più fatica a  quadrare i conti.

Come possiamo affrontare questa nuova e difficile realtà?

Da circa vent'anni conosco la“Banca del TEMPO”.

Si tratta di una comunità economica e sociale che mette le persone e i loro bisogni al centro della scena, facilitando lo scambio di servizi, beni e saperi, senza l'uso del denaro.

In questo panorama, lo scambio di tempo promuove il valore della partecipazione, per il funzionamento di una struttura economica e solidale, a servizio di una nuova comunità autosufficiente, in cui il Tempo sostituisce il Denaro.

Per capire meglio di cosa si tratta, ritengo opportuno soffermarmi su alcuni cenni storici a riguardo.

I primi a dare vita a tutto ciò sono stati i LETS, che in Gran Bretagna negli anni '80, hanno fatto nascere  piccole comunità solidali con scambi di tempo, beni e saperi.

I LETS sono stati una risposta sia allo smantellamento dello stato sociale, che interrompeva all'improvviso l'erogazione dei servizi pubblici, che alla nuova povertà, creata dalla politica.

Nati per necessità contingenti, i LETS si sono trasformati in una proposta di economia alternativa, rivelandosi nella loro funzione di ri-socializzazione.

Anche altri Paesi, come la Francia con i SEL, anche se in una veste meno politica, hanno intrapreso questo progetto, dal quale è stato mutuato  il sistema delle Banche del Tempo.

Qui l'aspetto più rilevante è quello della socializzazione e del recupero della convivialità, è escluso lo scambio di beni e ci si limita allo scambio di tempo per servizi e saperi.

Gli aspetti comuni a queste esperienze sono:

-lo scambio in assenza di reciprocità diretta, attraverso il sistema di addebiti e accrediti con la Banca del Tempo;

-il territorio di riferimento limitato alla città, al paese o quartiere;

-il tempo come unità di misura;

-il ruolo dell'animazione sociale o della convivialità come riunioni, feste, momenti d'incontro;

     - il ruolo del coordinatore, la persona a cui rivolgersi per ottenere informazioni.

In Italia, la prima vera Banca del Tempo nasce a Sant'Arcangelo di Romagna nel 1995 e precisamente dal sindaco allora in carica e da alcune amministratrici del Comune, che avevano difficoltà a conciliare la propria attività con la cura della famiglia.

Il funzionamento è molto semplice: se oggi ho poco tempo e tu mi metti a disposizione un'ora della tua giornata per prenderti cura dei miei bambini, domani io ricambierò dedicandoti un'ora per cucinare o stirare la biancheria.

L'esperimento piacque moltissimo, tanto che l'anno successivo cominciarono a fiorire  Banche del Tempo anche in altre città italiane.

In Italia sono nate come spazio di socialità, come espressione dei principi dell'economia solidale.

Sono state aperte filiali in vari luoghi del territorio nazionale, coordinate da volontari che gestiscono gli sportelli dove nascono le relazioni umane e sociali, che stanno alla base dello scambio.

Il lavoro offerto da coloro che gestiscono gli sportelli non viene pagato in denaro, anche se è previsto che venga riconosciuto: chi presta servizio in filiale accumula ore lavoro, che gli vengono accreditate e potrà riscuotere, come qualunque altro correntista.

Come ci si iscrive ?

Per aprire un conto in questa insolita banca, ci si può rivolgere ad una delle B.d.T. presenti nel territorio cittadino e sostenere un colloquio, per mostrare la propria affidabilità, di vita e interessi e dare indicazioni intorno alle proprie disponibilità

e alle proprie richieste.

Chi partecipa alla B.d.T. lo fa per molteplici ragioni, principalmente per migliorare il rapporto con un bene che tutti possediamo e che spesso gestiamo male: “il tempo”.

Ma non solo, lo si fa per allargare la propria rete amicale, confrontandosi con realtà a noi non affini senza pregiudizi, perché la varietà e le differenze, siano esse etniche, culturali o generazionali, sono la grande ricchezza di questo mondo;

inoltre, per realizzare concretamente uno spazio in cui è garantita reale parità fra tutti i soggetti.

Il valore della prestazione in tempo, non tiene conto delle differenze economiche e di tipo di prestazione, che hanno sempre prevalso nella nostra società, ma mette sullo stesso piano la casalinga, che fa la torta e l'insegnante, che insegna matematica.

In ultimo, partecipare ed essere cittadino attivo significa anche essere responsabili e rispettare le regole di una comunità, si partecipa anche a momenti di festa e divertimento: nello scambio si dà per avere e si riceve per offrire; si scambia per socializzare e conoscersi.

Coerentemente con tali principi, si è affermata un'altra regola tipica delle B.d.T.:

le ore messe a disposizione sono tutte uguali, non hanno un valore intrinseco legato al mercato o alla professionalità di chi le offre; tutte le persone hanno pari dignità, tutti possono dare e ricevere; alla fine conta chi sei, non cosa fai.

Questo meccanismo ha enormi vantaggi, proprio perché non è necessario restituire un servizio esattamente a colui che ce l'ha fornito, ma a chiunque nella rete ne abbia bisogno.

Ognuno di noi ha delle potenzialità e sa fare bene qualcosa; basta solo decidere di offrire la propria capacità anche agli altri e si potrà constatare che si riceve la più pura e nobile di tutte le ricompense, si riacquistano quei valori fondamentali, già intrinseci nell'essere umano, che stanno perdendosi sempre di più, in questa società basata sul materialismo.

Le risorse umane avranno valore, non più in relazione ad un mercato del lavoro sempre più instabile, ma in relazione ai bisogni reali della gente e ogni singolo individuo sarà artefice del destino dell'intero progetto.

A breve sarà operativa a tutti gli effetti, una Piattaforma Unica e Solidale chiamata HORA che risponde alla questione: come connettere il sistema dello scambio di tempo con la richiesta di aiuto e solidarietà, che arriva da ogni luogo del nostro Paese.

Come possono le realtà solidali, le aggregazioni sociali, di fronte alla richiesta di sostegno socio- economico, offrire un sistema economico non monetario, ma sufficientemente efficace e duraturo?

Lo scambio di tempo mette in atto un'economia reale e popolare (ricchezza della comunità), direttamente collegata alle risorse e competenze di ognuno e alla loro disponibilità nel rispondere ai bisogni altrui.

HORA è un sistema che si avvale di un software ben studiato, per gestire gli scambi a livello nazionale.

Ritengo che farne parte e passare parola, coinvolgendo sempre più persone, sia una nobile missione per ritrovare un equilibrio in mezzo a tanto smarrimento e disillusione.

In questo contesto sociale si sta assistendo ad una rivoluzione associativa- relazionale, cioè una propensione, mai vista prima, delle persone ad associarsi e ad auto-organizzarsi, propensione che tende ad esaltarsi in tutti i momenti di crisi.

Ogni singolo individuo è alla ricerca di solidarietà, sicurezza e protezione.

Oggi la sicurezza sembra essere l'aspetto dominante della vita sociale.

La sicurezza, che dev’essere un tema costante di ricerca, con l'obiettivo di far vivere meglio le persone, si lega al tema del lavoro, alla cura della salute, dell'infanzia, dell'adolescenza e della vecchiaia.

Sicurezza e cultura sono concetti strettamente correlati, così come lo sono ignoranza e paura.

Le B.d..T. si collocano, quindi, in una prospettiva economica sociale di profonda crisi in cui si assiste ad un'accelerazione di tutti i fenomeni di malessere sociale: disoccupazione, disuguaglianza, migrazione ed esclusione sociale.

Le B.d.T., proprio difronte alla constatazione che lo star bene implica sempre più lo sviluppo organizzato dei bisogni relazionali oltre che quelli materiali, pongono tale questione al centro della propria azione e della propria modalità d'intervento.

Propongono la cultura dei diritti e dell'inclusione sociale, come antidoto all'insicurezza sociale, quindi hanno il potenziale di dare un apporto concreto nel realizzare sbocchi percorribili nell'attuale emergenza economica, culturale ed esistenziale.

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