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“… un impossibile, oggi indispensabile …”
Recensione del libro di Marco Guzzi, edizioni Paoline, 2021, Milano
“Questo libro vuole comunicare una grande speranza” si legge in seconda di copertina “Intende mostrare come proprio in questa fase storica, per tanti aspetti così faticosa e dolorosa, stia maturando una risposta evolutiva inedita, un salto di qualità nell’esperienza umana su questa terra. E ciò sta avvenendo sia nel profondo del nostro cuore, sia nel grembo di un pianeta devastato: muta il nostro Io e cambiano le strutture del mondo. Da sempre il mutamento della soggettività umana viene chiamato Iniziazione e le trasformazioni radicali della storia Rivoluzione. Oggi riscopriamo il nesso profondo che lega queste due dimensioni nel mistero della nuova umanità di Cristo e così ne rilanciamo la straordinaria potenza innovatrice, come una ventata di aria fresca, capace di ringiovanire tutto il mondo”.
L’autore invita a leggere con calma, con gusto ad apprezzare pazientemente il sapore delle pagine, a masticare i concetti, ruminare le parole fino a “percepire la piacevolezza, la dolcezza sostanziosa di ciò che ci nutre e ci trasforma”.
Inizia proponendo una riflessione sul concetto di Rivoluzione, da recuperare e rilanciare e sul motivo per cui farlo, in questa cruciale fase della storia del mondo.
La Rivoluzione, di cui l’autore parla, è un processo in corso già da lungo tempo, che consiste in un passaggio globale da una modalità ad un’altra di essere umani su questa Terra. Un processo di cui si deve comprendere il senso e la direzione, per potersi inserire nella sua dinamica trasformativa, in modo consapevole e opportuno.
È un passaggio antropologico da una forma di umanità: l’Ordine dell’Ego, in stato di sopravvivenza terminale, all’Ordine del Giorno, che sta emergendo, rivelando la dolorosa consumazione della configurazione ego-centrata di ognuno di noi. Tale passaggio psichico e cosmico in atto ha un senso pasquale, salvifico, aurorale, la cui conoscenza può essere solo iniziatica, in quanto richiede il coinvolgimento radicale del nostro essere, una “conversione”, un cambiamento di noi stessi, un rovesciamento della nostra mente, in quanto lo Stato egoico da rovesciare, distruttivo, separativo, fondato sull’ingiustizia, non è solo fuori di noi, ma attraversa ciascuno di noi e tutto il mondo.
Volendo proseguire nella direzione evolutiva e salvifica, si deve comprendere che il rovesciamento dell’Ordine dell’Ego è un processo contemporaneamente politico e spirituale.
La rigenerazione di ognuno di noi e del sistema storico e politico, in cui si è incastrati, sembra impossibile, ma “questo impossibile è oggi indispensabile”.
L’itinerario di pensiero proposto dall’autore si configura come una metamorfosi, una trasformazione reale, una scultura di se stessi, con la liberazione da tutti gli schemi dell’ingiustizia, da tutti gli “specchi deformanti che sfigurano il nostro volto”, come ripresa di quegli stati del nostro essere, in cui sia di nuovo percepibile il sentimento della libertà e della gratitudine, della fiduciosa e grata apertura alle meraviglie sempre nuove, che il nascente genera in noi.
Il passaggio antropologico inizia dal fondo abissale in cui sta precipitando il nostro Io egocentrato, che si manifesta come isolamento e disintegrazione di tutte le relazioni umane sia a livello personale, sia a livello civile e politico, e come pensiero materialista, dipendente da concezioni meccanicistiche della natura e della società, da una visione del rapporto uomo-ambiente inteso come dominio, sfruttamento e vandalismo predatorio.
Questo collasso del mondo politico-sociale si ripercuote anche nelle nostre vite personali, creando una scissione sempre più profonda nell’essere umano, tra sentimenti e convinzioni interiori da una parte e richieste e proposte sociali dall’altra, cioè tra il vissuto dell’anima e la rappresentazione pubblica della nostra funzione. Ma è proprio il sentirsi così giù che può divenire, se lo vogliamo fortemente, una grande occasione di mutamento, come ci insegnano tutte le tradizioni spirituali di tutti i tempi, e il processo di ricominciamento, di cui si tratta, opera congiuntamente sul piano psicologico-esistenziale, come liberazione interiore e su quello antropologico-culturale, come rilancio e purificazione dello sviluppo storico-mondiale della nostra civiltà.
L’inizio della cura consiste nel riconoscere che si è malati e che cosa ci ammala, ma ci vuole coraggio a staccarsi da parti di sé.
Occorre stare nella lotta, intraprendere un combattimento interiore, portare avanti una guerra di liberazione dentro se stessi.
In questa dinamica purificativa, mutiamo inevitabilmente molti nostri comportamenti, incominciamo a renderci conto che tante cose ci fanno male: pensieri, abitudini, consuetudini alimentari… Molte strutture e attaccamenti del nostro mondo entrano in conflitto con l’anelito personale alla guarigione.
La propria “conversione/guarigione” personale non può che influire sul mondo, operando molteplici trasformazioni. Se si inizia a riconoscere, a confessare e quindi a dissolvere le strutture interiori della guerra, la pace non può che crescere in noi e tra di noi. La pace infatti è l’ordine che regna nel Giorno e la sua crescita, che rovescia le leggi di questo mondo, e l’anelito ad essere sempre più noi stessi, non coincide con l’isolamento e con tendenze individualistiche, piuttosto con una tensione associativa e con l’essere in relazione pacificata e pacificatrice con tutti.
Il processo iniziatico, come tutta la vita, è molto complesso, più simile all’andamento delle maree, che a un itinerario rettilineo. Così, come la marea che sale, corrode la riva e poi torna nel risucchio, nella risacca, costantemente ci trasfiguriamo, diventando esseri per davvero creativi, capaci di incrementare la vita nella sua eterna novità, di realizzare la nostra umanità in pienezza.
L’unità che il nuovo io persegue non è l’omologazione a un unico modello, secondo il tipico mentale egoico, che pretende di definire ogni volta uno schema fisso da esportare, da imporre.
L’unità “messianica” è al contrario la meta di un lungo cammino, in cui tutti noi, abitanti del pianeta Terra, tramontando, offriamo le nostre identità belliche, le nostre culture polemiche, le nostre storie piene di colpe, affinché, trasfigurandosi, si uniscano in una molteplicità non conflittuale, in un’unità sinfonica e multicolore.
Essere uno rimanendo molti, ma non più egoicamente separati.
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