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Attratta dagli autori e dal titolo ho iniziato la lettura di Siamo Umani, con il desiderio di comprendere come due autorevoli personalità: Daisaku Ikeda, maestro buddista e Felix Unger, medico e accademico di religione cristiana, dialogassero, avendo filosofie e credi diversi. Ero proprio curiosa di leggere come il punto di vista buddista potesse dialogare con quello cristiano, anche pensando alla mia esperienza: estrazione cristiana, con la mia pratica buddista, di oltre tre decadi.
Il confronto fra i due si evolve in cinque capitoli.
Iniziano a dialogare sulla relazione fra Religione e tolleranza, poi proseguono sull'approfondimento del concetto di Compassione buddista e amore cristiano, per confrontarsi su come questi concetti debbano essere il terreno su cui Creare una cultura di Pace, cultura che genera una diversa relazione con “l’ambiente e l’educazione e, come tale, ricrea il rapporto e la reciproca influenza fra ‘La salute, la medicina e la bioetica .
Il dialogo nei cinque capitoli si compone di storie, convinzioni, esperienze, che gli autori hanno vissuto e che vivono e costruiscono mentre dialogano. La lettura trasmette il piacere spirituale di scoprire nell’interlocutore gli elementi comuni prima delle differenze, il desiderio di essere in empatia con l’altro…E il lettore, io, entro in un percorso educativo, profondo.
Io che leggo sono stimolata e accompagnata a crearmi una mia indipendenza spirituale e sento di evolvermi spiritualmente, insieme agli autori.
Nel primo capitolo Religione e tolleranza, si afferma con risolutezza che non c’è giustificazione alcuna ai mezzi violenti, agli strumenti di distruzione, infatti “La violenza delegittima i principi che vorrebbe diffondere” in strumenti “La carta della Tolleranza”. La tolleranza per essere tale deve essere attiva, la tolleranza deve essere costruita, sviluppata, difesa.
Nel secondo capitolo, La compassione buddista e l’amore cristiano, gli autori del dialogo si interrogano e si scambiano esperienze e sviluppano il ritmo dell’umanità.
Nel terzo capitolo, il dialogo si focalizza su come Creare una cultura di pace, su come essere promotori di pace, in grado di creare un dialogo Globale.
Proseguendo si va sempre più nel dettaglio della riflessione di cosa significa essere “umani, agire come umani, pensare come umani”, facendo riferimento a termini ed esempi puntuali e circostanziati, a proposito di come una persona dovrebbe agire per creare una visione nuova del mondo.
Un balzo in avanti nel percorso di educazione per riconoscere il proprio potenziale e il potenziale di tutta l’umanità!
Via via che proseguo nella lettura, osservo come Daisaku Ikeda e Felix Unger si intrattengono in un profondo dialogo, che si sviluppa dal livello collettivo e teorico a quello individuale, personale, quotidiano, reale e mi trasportano in una spirale, ascendente, di educazione spirituale, profondità, riflessione ed umanità.
Nel quarto capitolo: “L’ambiente e l’educazione”, i due autori affermano che la formazione alla non violenza è l’insegnamento più importante dell'educazione e quindi anche dell'educazione ambientale, relazione questa fra ambiente circostante e vita umana, inscindibile nel buddismo.
Nel quinto e conclusivo capitolo, i due maestri ci fanno dono di esperienze, conoscenze e consigli su “La salute, la medicina e la bioetica”, perché conservare una buona salute è espressione di saggezza, e così i due autori mi accompagnano a pensare facendo riferimento ad un paradigma, potenziato: “Pensare Cosmicamente e Agire Globalmente ".
Prima di lasciarvi alla lettura delle 179 pagine, mi chiedo: cosa è cambiato dopo la lettura di questo libro, cosa mi è rimasto? Posso dire che i due maestri mi hanno risvegliato alla consapevolezza di dover essere sempre vigile a proposito della propria Umanità, perché l’umanità è sempre in bilico fra stati vitali oscuri, dipendenti, instabili, fragili, violenti e mondi di indipendenza spirituale, costruzione, forza, bellezza, un equilibrio che va costantemente cercato, creato, generato, non tanto e non solo nel cervello e nel cuore, ma nella profondità e stabilità della spina dorsale. Un io che non sia mai sottomesso a nessuno e mai sconfitto spiritualmente.
E, come si afferma nel preambolo della Carta della Tolleranza, “il fatto di garantire e assicurare un continuo sviluppo della tolleranza, dovrebbe essere considerato un nostro comune dovere e un elemento essenziale di ogni forma di educazione”.
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