Psiche e Corpo

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Biodinamica: accogliere noi e l’ambiente

Biodinamica: accogliere noi e l’ambiente

L’osteopatia biodinamica è uno degli approcci che fa parte delle competenze di alcuni osteopati. E’ un approccio delicato e, contemporaneamente, profondo che permette di ripristinare lo stato di salute nel pieno rispetto della vita della persona. Durante il trattamento scompare la differenza tra osteopata e paziente e viene recepita una fusione tra le due persone e l’ambiente, aumentando il grado di consapevolezza di sé, degli altri e dell’ambiente

 

Quando si pensa all’osteopatia il primo pensiero è: mi fa scrocchiare la schiena. E’ vero, ma solo in parte. L’osteopata conosce un ventaglio di tecniche e di approcci, che utilizza a seconda della persona che ha davanti. E’ un trattamento “su misura” per ogni singola persona.

La biodinamica è uno di questi. E’ un approccio estremamente delicato e rispettoso del corpo della persona, tant’è che non ha controindicazioni e chiunque può riceverlo, dai neonati alle persone anziane o delicate e chi preferisce un trattamento non invasivo.

Il nostro corpo ha in sé un principio: quello di autoguarigione. Non è nulla di strano, è promosso dal sistema nervoso centrale, che comunica con il sistema nervoso periferico, influenzando anche le secrezioni ormonali e, quindi, tutte quelle sostanze che aiutano il nostro corpo. Siamo stati costruiti in modo molto funzionale in modo tale che, quando il nostro organismo è in un momento in cui l’omeostasi, o equilibrio dei sistemi viene a mancare, immediatamente attua dei meccanismi di ripristino, che non sempre ottengono un dispendio energetico ottimale, ma che permettono di migliorare lo stato vitale, senza inficiare completamente l’organismo. E’ un continuo bilanciamento che viene messo in opera e monitorato senza sosta.

Le conoscenze su cui si basa l’osteopatia biodinamica sono, soprattutto, embriologia e anatomia. A queste si aggiunge la capacità di riconoscere, tramite l’utilizzo delle mani, quali strutture del corpo in quel momento preciso non sono libere di proporre il loro movimento corretto. Quest’ultimo corrisponde a quello che ogni nostro organo, viscere, tendine, muscolo, legamento, sistema nervoso, quindi tutte le strutture che ci compongono, ha compiuto durante lo sviluppo embriologico all’interno della massa fluidica. Questo movimento rimane intrinseco in ogni nostra struttura e permane anche dopo la nascita e per tutta la nostra vita. Noi siamo composti da un’alta percentuale di liquidi (sangue arterioso, venoso, linfa del sistema linfatico, liquido cefalo rachidiano e scambi intra ed extra cellulari).

Ovviamente l’osteopata ha una spiccata sensibilità palpatoria per poter sentire le strutture che in quel momento non hanno il loro corretto movimento, recependo una difficoltà del movimento fluidico e identificando il tipo di struttura coinvolta. Una volta individuato, nel completo rispetto dell’organismo e quindi della persona, comincia il processo terapeutico, per ristabilire l’ottimale.

E’ un trattamento che enfatizza e sostiene la capacità intrinseca del corpo di tornare allo stato vitale corretto.

La malattia, la lesione e il disturbo si manifestano come una limitazione della libera circolazione fluidica e porta a un’alterazione dei ritmi innati, che riflettono quelli dello sviluppo embriologico.

E’ un approccio che si è rivelato utile anche nel trattamento degli stati ansiosi. In alcuni casi si affianca all’impegno di un’altra figura specializzata, come uno psicoterapeuta.

Tra le due persone, perché il paziente non è un caso clinico, ma è una persona come l’osteopata, si stabilisce un legame. Non esiste nessuna differenza tra le due vite presenti, nessuna differenza con l’ambiente. Si avverte come una fusione con tutto ciò che ci circonda e si sente un senso di appartenenza con l’ambiente nella sua totalità. Si arriva a sentire maggiormente la consapevolezza del proprio corpo, i suoi limiti, si impara ad accettarli e a superarli insieme all’osteopata. E’ un’esperienza che rinfranca anche emotivamente, ci si sente accuditi e guidati per tutto il trattamento e anche dopo. Quindi non è un trattamento che bada solo all’aspetto fisico, ma incide enormemente anche a livello emotivo, mentale.

Per l’osteopata è un’apertura ulteriore verso la vita, che ha in cura in quel determinato momento. Non esiste simpatia o antipatia verso una persona, ma esiste una vita che in quel momento ha bisogno di aiuto per stare meglio.

Si raggiunge un livello di consapevolezza di sé e dell’ambiente maggiore. Consapevolezza che non riguarda soltanto la parte fisica, ma anche quella mentale, emotiva che permette di aprirsi verso la sfera spirituale. Quest’ultima non è avulsa da quella fisica e mentale.

Partendo dal presupposto che ognuno di noi è corpo, mente e spirito, è facile intuire come il senso di consapevolezza si allarghi a tutti e tre questi aspetti. E’ impossibile non influenzare tutte tre le sfer, agendo su una sola.

Il paziente comincia a prendersi carico della propria salute e, in senso lato, della propria vita. Il passo è veramente breve e lo scambio tra le due persone permette di creare legami importanti.

E’ un approccio che richiede lentezza per prestare maggiore attenzione, tenendo conto che ognuno di noi ha il suo ritmo e non deve essergli imposto un altro differente. La lentezza spesso viene considerata come un aspetto negativo della nostra vita, invece è quello che permette di assaporare coscientemente i cambiamenti e tutto ciò che ci circonda. Chi richiede un trattamento osteopatico biodinamico vuole fermarsi, prendersi cura di sé, apprezzando ogni momento e sentirsi ricaricato energicamente ed emotivamente alla fine.

In un periodo come quello che stiamo vivendo è importante “sentirsi” come persone che occupano un ambiente e vogliono migliorarlo insieme a sé stessi. Prendendosi il tempo necessario

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