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Una freccia per raggiungere il suo obiettivo e fare centro ha bisogno di tre elementi, idee chiare, una struttura coerente e non appesantita ed una mano che la scocchi senza paura.
Affronteremo questo articolo con l’intenzione di dare una visione di insieme da tre punti di vista: quello della fisica,
quello sociale e quello coscienziale.
Partiamo dunque dall’unico punto di riferimento concreto: il presente.
Invero per la meccanica quantistica il passato, il presente ed il futuro coesistono simultaneamente, infatti ci sono
due funzioni d'onda: quella dell'equazione del passato e quella dell'equazione del futuro, le quali si incontrano in un
unico punto: il presente, che è l'unica soluzione geometrica della realtà virtuale.
Sia il passato, che il futuro non sono ricordati e immaginati, ma percepiti, vengono vissuti nell'unico tempo
presente, il qui ed ora e, in quanto tali, possono essere modificati.
Il passato non esiste come luogo geometrico di punti, esso “sta”, dove “sta” la coscienza.
Se la coscienza si sposta nel passato, il passato diviene presente, poiché è in quel punto che le due equazioni d'onda
si sommeranno; se si sposta nel futuro, porta il presente con sé.
Anche l’attuale realtà che stiamo vivendo, è la somma di tutte le realtà possibili (il percorso rettilineo di una
particella nello spazio, può essere inteso come la somma di tutti i suoi possibili cammini).
Mi riferisco agli studi sull’Universo Olografico di Bohm e alla Teoria dei Cammini di Richard Feynman.
Partiamo quindi dal presente, come migliore ipotesi percorribile tra tutte le ipotesi e punto di incontro tra passato e
futuro.
Quale migliore occasione, allora, per fare il punto della situazione sul nostro ex presente?
Ex in latino vuol dire provenire dal. Da dove proveniamo?
Proveniamo a livello sociale da un operatore matematico chiamato divisione, separazione, che ci piaccia o no, che
si voglia prenderne atto o meno.
Negli ultimi anni, complice il diffondersi di un virus, sono emerse molte criticità, molti limiti e ci siamo resi conto
che ci eravamo adagiati forse fin troppo sugli allori, definendoci società culturalmente e socialmente avanzate.
La situazione di contingenza ha portato all’emergere di comportamenti socialmente discutibili, dove il peggiore
crimine che si poteva commettere nel 2020 poteva essere quello di correre in solitaria o prendere il sole in completa
solitudine in spiaggia.
Oggi viene da ridere vero?
Bene perché vuol dire che la vostra consapevolezza è cresciuta, male perché queste cose si sono verificate solo tre
anni fa.
Ed è proprio dalla separazione che dobbiamo partire. Una separazione più che consensuale, direi coscienziale!
Uno dei libri più interessanti sulla conoscenza: la Pistis Sofia, postula proprio che la coscienza ha voluto operare
volontariamente la propria divisione, per studiare la differenza per sottrazione, la differenza per separazione,
proprio perché in forma unitaria non si aveva alcuna possibilità di conoscere, di capire chi si è.
Molti questa parola (separazione) la temono, forse in quanto ha a che fare con la paura della solitudine, la paura del
cambiamento, del nuovo e la paura del fallimento.
Questo è in parte per colpa del solito buonismo e in parte del retaggio culturale del “volemose bene”.
Ma la separazione avviene quando c’è un effettivo cambio di status in uno dei due elementi interagenti, che sia una
dinamica di coppia o di gruppo, una volta operato quel cambio di status, non si torna indietro, spiego meglio, se ho
acquisito una consapevolezza maggiore rispetto al mio gruppo è logico che ne parlo, giusto? Bene, perché avere
quella consapevolezza in più e non condividerla e confrontarla, equivale a trattare gli altri come scemi, come non in
grado di capire, giusto? E una volta confrontata e discussa, se dall’altra parte (quella meno consapevole) non c’è
una crescita (e di solito questa avviene con l’acquisizione di maggiori informazioni rispetto ad uno specifico
argomento) i nostri interlocutori rimangono della stessa e sulla stessa posizione (di solito per mancanza dei pre
requisiti, che portano all’aumento delle informazioni).
E la domanda è, chi ce lo fa fare a restare in un ambiente (fisico, sociale, culturale, religioso) dove non c’è la stessa
consapevolezza? Si rischia di essere e rimanere dei predicatori con una verità in mezzo al deserto. Ma perché?
Costruiamo piuttosto ciò che la fisica quantistica chiama Zero Point Energy, un ambiente dove c’è tutto e non c’è
niente, proprio perché chi ha paura non vede niente nel nuovo, chi ha coraggio vede che un ambiente nuovo ha
fermento, vita, ci sono spazi e idee per esprimersi al meglio e liberamente.
La paura di restare da soli è infondata, perché dovremmo essere persone integrate, che non hanno bisogno di
nessuno, il bisogno infatti esprime mancanza, mancanza vuol dire che dentro di me c’è un vuoto da colmare, con
qualcosa o qualcuno di esterno e questo contravviene a chi sostiene che siamo perfettamente dotati o abbiamo
dentro di noi tutto quello che serve. La paura del cambiamento è altrettanto infondata, perché siamo nel bel mezzo
di un processo acceleratore socio culturale ed economico etero ed eso diretto, per cui o accettate resilienti (parola
che mi fa venire in mente la vasellina, ma non so nello specifico perché) o imponete voi il cambiamento, anche
perché una delle mie proverbiali metafore è la seguente: la grande onda sta arrivando e se ne frega di te, tu puoi
decidere di cavalcarla sul surf o bere tanta acqua. Ultima paura è la paura del fallimento, fallire non è il contrario
del successo, è parte del processo per arrivare al successo, della serie: “O troveremo una strada o ne costruiremo
una”.
Però è importante comprendere che fino a quando sono le paure ad essere i driver dei nostri comportamenti, sarà
difficile prendere le decisioni giuste, perché saremo guidati da piloti sbagliati, con mappe falsate.
Il modo migliore per pensare a chi noi siamo oggi, è iniziare con IO CHI SONO, è integrare se stessi, affermare se
stessi nella propria vita, contro le proprie istanze auto sabotanti, negative e paurose, per poi manifestarsi, tramite
l’azione, nella società come individui forti, sicuri e valorosi.
Ed è proprio naturale operare la separazione, proprio perché in quel preciso momento: il 2020, tutti gli enti morali,
sociali e religiosi si sono miscelati in un unico minestrone globale in nome della Scienza.
E pensare che, a trovare un lato positivo del Covid, la pandemia ha portato invece ad un aumento di ricerca di
religiosità in Italia, faccio riferimento a quella cattolica nello specifico, infatti, durante la pandemia, è aumentata la
frequenza della preghiera e la partecipazione alle funzioni religiose, anche se a queste si è potuto assistere solo in
modo virtuale. https://lastatalenews.unimi.it/covid-19-religiosita-italiani-prova-pandemia
Peccato invece che alcuni istituti religiosi orientali scoraggiavano anche le preghiere virtuali (online), è facile che
molti lettori ricordino consigli apparsi su un giornale periodico di uno di questi istituti.
Come a dire, se la preghiera rende più consapevoli, nel momento di massima crisi restate scemi, perché per noi, o
chi sta dietro di noi è meglio cosi.
E pensare che magari con un pizzico di coraggio in più, tutti, dico tutti, avremmo potuto provare a creare l’effetto
Marahishi, spiegato da uno Yogi indiano, fondatore della Meditazione Trascendentale, ma anche laureato in fisica,
che scrisse un libro con il sopracitato Bohm.
L’effetto Maharishi si può manifestare quando un insieme di persone - con un certo livello di consapevolezza-
pratica insieme alcune specifiche "tecniche mentali" e riesce a dirigere il proprio pensiero in una particolare
direzione. In coincidenza si assiste ad un netto miglioramento delle tendenze sociali in un'ampia regione
circostante, come una riduzione della criminalità, degli incidenti, delle malattie e di altri problemi, perfino un
miglioramento dell'economia.
https://www.crescita-personale.it/articoli/spiritualita/meditazione/effetto-maharishi-tecnica-meditazione-
trascendentale.html
Avete capito cosa avremmo potuto creare? Vabbè, ce la teniamo per la prossima pandemia.
Che l’indirizzo politico, economico e sociale degli ultimi decenni sia verso la globalizzazione è frase lapalissiana,
in questo contesto le religioni sono l’anello più debole, in quanto, nei momenti di difficoltà, si vede se la religione
serve all’uomo o se l’uomo serve alla religione.
Qui ci siamo superati, perché la nuova religione globale è diventata la scienza.
Ora la scienza è un campo della conoscenza davvero in crisi, ad oggi è vera al 30%, infatti un articolo di Nature
( https://www.nature.com/articles/533452a ) ci dice che ben il 70% delle ricerche scientifiche hanno fallito i test di
riproducibilità.
Per sottrazione, le religioni che si sono piegate all’aderire, senza la minima critica, alla visione e all’interpretazione
scientifica degli eventi, dal dopo Marzo 2020 dovrebbero avere un indice di attendibilità al di sotto di quello della
scienza.
L’operazione della separazione ha lasciato i suoi effetti, nulla sarà più come prima ed è giusto farne esperienza,
proprio perché negli altri, diversi da noi, possiamo capire le cose che di noi non capiamo ed accettiamo.
Il mondo si è diviso sul piano consapevole vs inconsapevole, o meglio consapevole vs meno consapevole.
Siamo qui su questo piano esistenziale proprio per fare esperienza, perciò è nell'ordine naturale delle cose che si
abbia un versus, ma è pur garantito che questa guerra, l'ultima dell'uomo e per l'uomo, non sia violenta e armata, ma
si basi sulla coscienza di sé.
Ogni riferimento alla marcia del sale di Gandhi non è casuale, dove Gandhi sbaragliò le guarnigioni di militari
inglesi a protezione delle saline, semplicemente andando avanti, nonostante i maifestanti venissero respinti con la
violenza e i militari, in qualche maniera toccati da questo gesto sprezzante della sofferenza, non ebbero la forza di
impugnare le armi.
Sul futuro c’è poco da dire, ognuno crea il suo, in ogni istante presente.
Bettino Craxi, quando fu intervistato in uno dei suoi primi governi, rispose cosi alla seguente domanda: “Presidente
come si sta una volta entrato nella stanza dei bottoni?” (il riferimento era la sua entrata a Montecitorio come
Presidente del Consiglio). Craxi rispose: “Non c’è alcuna stanza dei bottoni”. Anche se, ad ogni buon conto, se nei
Palazzi della politica italiana non ci sono stanze del comando, non vuol dire che non esistano, ma che magari
esistono in altri posti.
Il compito di creare la realtà e il futuro è nostro, per questo tutto il mainstream dell’informazione spesso ci propina
notizie futuristiche estremamente pessimistiche, proprio perché chi governa l’informazione e in generale chi
governa, sa benissimo che siamo noi che creiamo la realtà e il futuro e ci nutre di paura e di pessimismo.
Per intenderci, loro ci danno “il la”, scrivendo la chiave di violino sullo spartito e poche note, al resto ci pensiamo
noi, seguendo l’inizio della sinfonia dettata da loro.
Noi abbiamo solo il compito di credere o di non credere.
Non credendoci, facciamo solo metà del nostro compito e percorso, l’altra metà è ipotizzare, creare e lottare per un
mondo diverso, già a partire da questo istante presente.
Vivi il Presente, crea il Futuro esattamente come lo vuoi tu, sii l’agente del cambiamento che il mondo ha bisogno e
fai la Differenza ogni singolo giorno.
Realizziamo i nostri progetti con tre elementi essenziali:
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